Ogni volta che accade un evento legato al mondo dell’aviazione, i titoli dei giornali si affrettano a catturare l’attenzione del lettore. "Aereo sfiora la tragedia", "Momenti di terrore ad alta quota", "Atterraggio da incubo" sono solo alcune delle frasi che possiamo leggere nelle pagine di cronaca. Questi titoli, spesso sensazionalisti, hanno un obiettivo chiaro: quello di suscitare delle emozioni intense nel pubblico. Tuttavia, la narrativa proposta può creare una percezione distorta della sicurezza aerea e alimentare paure ingiustificate nei passeggeri ed incrementare così la paura di volare (aerofobia). Questi sentimenti catturano l'attenzione del lettore, attivando un meccanismo psicologico che ci spinge a dare priorità alle informazioni percepite come minacciose. Questo fenomeno è legato all’istinto di sopravvivenza: il nostro cervello, evolutivamente parlando, è programmato per prestare attenzione ai potenziali pericoli. Quando un giornale enfatizza un evento come una "quasi tragedia" senza fornire un contesto chiaro, i lettori possono facilmente dedurre che volare è più pericoloso di quanto non sia in realtà. Eppure, l’aereo è uno dei mezzi di trasporto più sicuri al mondo, con statistiche che lo confermano anno dopo anno.
Anche i passeggeri, dal canto loro, possono essere vittime di bias cognitivi che alterano la loro percezione del volo. La mancanza di conoscenze tecniche sull'aviazione contribuisce a rendere alcune situazioni perfettamente normali, come una turbolenza o un go-around (una riattaccata), spaventose o addirittura pericolose agli occhi dei meno esperti. Vediamo insieme alcuni bias che possono alimentare la paura di volare:
Ad esempio in un articolo si riporta l'esperienza di un passeggero che afferma quanto segue "Siamo decollati in ritardo e la hostess, seduta al mio fianco, ha mormorato: io non volevo ripartire". La signora, udendo l'assistente di volo affermare "io non volevo ripartire", ipotizza che tale affermazione possa evidenziare una qualche anomalia. In aviazione, il personale di bordo è addestrato per pianificare ed avere un quadro generale del volo, non per formulare ipotesi specifiche. Solo i piloti hanno piena consapevolezza delle condizioni che si affronteranno durante il volo. Per chiarire, gli assistenti di volo ricevono dal comandante informazioni generali sul volo, semplificate e prive di dettagli tecnici. Infatti il training dei piloti e degli assistenti di volo differisce. Quest'ultimi seguono un addestramento procedurale esecutivo, basato sull'esecuzione di azioni specifiche in risposta a indicazioni provenienti dalla cabina di pilotaggio (cockpit). I piloti, invece, affrontano un training procedurale decisionale. Gli assistenti di volo non sono formati per interpretare carte meteo, valutare i requisiti di decollo e atterraggio in condizioni avverse, riconoscere le tipologie di nubi e i relativi fattori di rischio, né per prevedere l'impatto delle condizioni meteorologiche sulle operazioni di volo. In questo caso è probabile che la frase udita dalla signora sia legata a un vissuto personale dell'assistente di volo. Ad esempio, se avesse volato il giorno precedente con diverse tratte, atterrando nel tardo pomeriggio e dovendo poi svegliarsi all'alba, l'affermazione "io non volevo ripartire" assumerebbe un significato legato ad una comprensibile stanchezza. Naturalmente, questa è solo una delle possibili spiegazioni. Sempre nell'articolo la signora teme che i 45 minuti di ritardo possano indicare un problema serio. In realtà, i ritardi sono frequenti e possono avere diverse cause: condizioni meteo avverse, traffico aereo intenso, ritardo del volo precedente, attesa di passeggeri o documenti, manutenzione o problemi tecnici. È importante vivere l'attesa con serenità, ricordando che:
L'affermazione presente nell'articolo "L'aereo passava in mezzo alle nuvole e si sentivano vuoti d'aria" associa la turbolenza alla presenza di nubi. In realtà, sebbene diverse tipologie di nubi possano generare turbolenze di varia intensità, queste possono verificarsi anche con cielo sereno. È il caso delle CAT (Clear Air Turbulence) o delle turbolenze di scia generate da altri aerei (Wake Turbulence). Il codice comportamentale dei piloti prevede di non criticare i colleghi, in quanto è complesso valutare le decisioni prese in situazioni di elevato stress e carico di lavoro (workload). Ogni evento anomalo o di emergenza viene indagato per verificare il rispetto delle procedure e prevenire errori futuri. Le indagini non si limitano agli incidenti, ma riguardano anche eventi potenzialmente pericolosi, come la deviazione di un parametro di volo.
La perdita di comunicazione (loss of communication), evento raro in aviazione, richiede una procedura specifica che prevede:
Tutto ciò avviene mentre l'aereo vola a velocità elevate (almeno 500 km/h) e in presenza di altro traffico aereo. La procedura varia a seconda della fase di volo (decollo, crociera, avvicinamento).
In una situazione di emergenza, il pilota si trova a gestire un elevato carico di lavoro (workload) e molteplici attività contemporaneamente (task sharing): pilotare l'aereo (talvolta manualmente), scegliere la rotta, comunicare con il controllo del traffico aereo, applicare le checklist, consultare i manuali, valutare l'aeroporto più idoneo, calcolare la distanza di atterraggio e il carburante disponibile, informare la compagnia e gli assistenti di volo, preparare l'aereo per l'atterraggio e coordinarsi con il copilota. Tutte queste operazioni devono essere svolte in tempi brevi, considerando la velocità dell'aereo, l'autonomia di carburante e l'eventuale necessità di atterrare rapidamente. La comunicazione con i passeggeri, in questi casi, non è prioritaria, sia per la mancanza di tempo sia per evitare di generare panico con informazioni tecniche complesse.
Un passo fondamentale per contrastare l’effetto dei titoli sensazionalisti e dei bias cognitivi è educare il pubblico sull'aviazione. Comprendere le regole e le procedure di sicurezza, così come i fenomeni fisici legati al volo, può aiutare i passeggeri a vivere un’esperienza più serena. Iniziative come i corsi per superare la paura di volare, SkyConfidence, le esperienze in simulatore e i video educativi possono fare una grande differenza. Informare i passeggeri su cosa aspettarsi durante un volo e spiegare come funzionano le decisioni dell’equipaggio può ridurre notevolmente le ansie e sfatare i miti legati all’aviazione.
Dott.Igor Graziato
Past Vice President
Ordine Psicologi Piemonte
Psicologo del lavoro e delle organizzazioni
Specialista in Psicoterapia
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