I processi psicologici che sono alla base della paura di volare

La fobia del volo, anche conosciuta come aerofobia o aviofobia (la cosiddetta paura di volare), è un disturbo d'ansia molto diffuso che causa notevole disagio e interferisce significativamente con la vita di chi ne soffre. Nonostante la sua prevalenza, i meccanismi che la mantengono rimangono ancora poco chiari. Questo articolo si propone di esplorare i processi che contribuiscono al mantenimento della fobia del volo, basandosi su una revisione sistematica della letteratura scientifica. L'obiettivo è quello di identificare le ricerche condotte sui processi coinvolti nella paura di volare e di verificare se i meccanismi che si ritiene mantengano altri disturbi d'ansia siano stati studiati anche in relazione alla fobia del volo. I risultati di questa analisi saranno poi discussi alla luce della teoria e della ricerca cognitivo-comportamentale.
Paura di volare: minaccia percepita e stimoli correlati
La valutazione di uno stimolo o di una situazione come minacciosa è un processo fondamentale nell'esperienza dell'ansia. Nel caso della paura di volare, gli stimoli che innescano la percezione della minaccia (trigger) possono essere molteplici e includere sia stimoli esterni, come la vista di un aereo o una turbolenza, sia stimoli interni, come l'aumento della frequenza cardiaca o la sensazione di mancanza di respiro. Le preoccupazioni legate al volo possono essere categorizzate in tre fattori principali:
- Pericolo esterno: paure relative a incidenti, guasti meccanici, condizioni meteorologiche avverse e terrorismo.
- Pericolo interno: preoccupazioni relative alle conseguenze di un attacco di panico, alla perdita di controllo emotivo, al giudizio degli altri e al disagio fisico.
- Imprevisti: preoccupazioni relative a ritardi, smarrimento bagagli e altri inconvenienti.
È importante sottolineare che la fobia del volo può essere associata ad altri disturbi d'ansia, come la claustrofobia, l'agorafobia, l'acrofobia (la paura dell'altezza), il disturbo di panico, la tendenza al controllo ma anche il cosiddetto mal d'aria e l'intolleranza visiva. La presenza di comorbilità può influenzare la natura delle paure e delle preoccupazioni legate al volo. Per questa ragione è fondamentale un assessment inziale per inquadrare al meglio il problema prima di procedere con un qualsiasi percorso.
Bias dell'attenzione e paura di volare
Il bias dell'attenzione verso stimoli minacciosi è considerato un fattore importante nel mantenimento dei disturbi d'ansia. Sebbene siano necessarie ulteriori ricerche specifiche sull'aerofobia, è plausibile ipotizzare che anche in questo caso l'attenzione selettiva verso stimoli minacciosi, sia interni che esterni, contribuisca ad alimentare la paura e l'ansia.
Paura di volare: errori cognitivi e distorsioni del ragionamento
Diversi bias cognitivi e distorsioni del ragionamento possono contribuire al mantenimento della fobia del volo. Tra questi:
- Valutazione delle emozioni: la tendenza a utilizzare le sensazioni di ansia come prova della presenza di un pericolo reale.
- Sovrastima della probabilità: la tendenza a sovrastimare la probabilità di eventi negativi, come incidenti aerei o attacchi di panico.
- Bias delle aspettative: la tendenza ad aspettarsi eventi negativi in presenza di stimoli correlati al volo e a sovrastimare l'associazione tra questi stimoli e gli eventi avversi.
- Bias di interpretazione: la tendenza a interpretare stimoli ambigui in modo negativo e a confermare le proprie paure.
I bias cognitivi e le distorsioni del ragionamento giocano un ruolo cruciale nel mantenimento della paura di volare, contribuendo a rafforzare convinzioni irrazionali e a perpetuare l’ansia. Tuttavia, riconoscere questi meccanismi è il primo passo per interrompere il ciclo della fobia. Attraverso un percorso di consapevolezza e ristrutturazione cognitiva, è possibile imparare a distinguere tra percezioni soggettive e realtà oggettiva, riducendo l’impatto delle emozioni. Comprendere che la paura nasce spesso da interpretazioni distorte, e non da reali pericoli, apre la strada a una nuova prospettiva: volare può tornare a essere un’esperienza gestibile, se non addirittura serena, quando si impara a guardare oltre i propri pensieri automatici.
Immagini mentali catastrofiche e paura di volare
Le immagini mentali, in particolare quelle relative a scenari catastrofici, possono svolgere un ruolo significativo nel mantenimento della fobia del volo. La capacità di immaginare vividamente eventi futuri (pensiero episodico futuro) può contribuire ad aumentare la percezione della minaccia e a confermare le paure. Per questa ragione l'uso dell'ipnosi evidence based può fornire un'utile ed efficace metodologia terapeutica.
Ricordo selettivo e paura di volare
Il bias di memoria, ovvero la tendenza a ricordare selettivamente informazioni negative e a dimenticare quelle positive, può contribuire a mantenere la paura di volare. Il ricordo di esperienze di volo negative o di incidenti aerei può rafforzare la percezione del volo come un'attività pericolosa.
Strategie controproducenti che incrementano l'ansia di volare
Le strategie messe in atto per prevenire o ridurre la minaccia percepita, come l'evitamento del volo, l'assunzione di farmaci ansiolitici (ad esempio lo Xanax) o l'uso di alcol, possono contribuire a mantenere la fobia del volo. Queste strategie, pur offrendo un sollievo temporaneo dall'ansia, impediscono la disconferma delle paure e rafforzano la convinzione che il volo sia pericoloso. Per questa ragione l'aerofobia tende a peggiorare nel tempo o peggio a generalizzarsi in altre situazioni (ad esempio treno, metropolitana, tunnel o autostrada).
Sensibilità all'ansia e aerofobia
La sensibilità all'ansia, ovvero la paura delle sensazioni fisiche associate all'ansia, può svolgere un ruolo importante nella fobia del volo. Le sensazioni fisiche sperimentate durante il volo, come l'aumento della frequenza cardiaca o la sudorazione, possono essere interpretate come segnali di pericolo e contribuire ad alimentare l'ansia. Altri costrutti cognitivi, come l'intolleranza all'incertezza (la tendenza al controllo) e la fusione pensiero-azione, possono anch'essi contribuire al mantenimento della fobia del volo.
Quale modello psciologico si può proporre per superare la paura di volare?
Sulla base della letteratura scientifica esaminata, è stato proposto un modello teorico che illustra i processi che si ipotizza mantengano la fobia del volo. Questo modello suggerisce che la paura di volare sia alimentata da una minaccia percepita, correlata sia a possibili esiti negativi (minaccia esterna) che alle conseguenze delle sensazioni di ansia (minaccia interna). La revisione della letteratura ha evidenziato la necessità di ulteriori ricerche sulla fobia del volo, in particolare per quanto riguarda:
- l'esperienza soggettiva: studi qualitativi che esplorino i processi cognitivi ed emotivi coinvolti nella paura di volare;
- la reattività agli stimoli: studi che utilizzino il paradigma cue-reactivity per valutare le risposte fisiologiche, cognitive ed emotive a stimoli correlati al volo;
- il ruolo della personalità: studi che esplorino il contributo di specifiche caratteristiche di personalità all'eziologia e al mantenimento della fobia del volo (ad esempio il Disturbo di Personalità Evitante).
La paura di volare è un fenomeno psicologico complesso, influenzato da una molteplicità di fattori cognitivi, emotivi e comportamentali che variano significativamente da persona a persona. Le differenze individuali rendono difficile affrontare questa problematica con approcci standardizzati o soluzioni rapide. I metodi tradizionali come i classici corsi per superare la paura di volare, spesso sono focalizzati su tecniche generiche di rilassamento o di esposizione che non tengono conto della complessità dei processi psicologici sottostanti né delle specificità di ogni individuo.
Il metodo SkyConfidence per superare la paura di volare
Il metodo SkyConfidence nasce proprio dalla consapevolezza di questa complessità. Combinando le più recenti evidenze scientifiche nel campo della psicologia con l’esperienza della pratica clinica, SkyConfidence offre un percorso altamente personalizzato. Ogni intervento è costruito su misura, integrando tecniche di terapia cognitivo-comportamentale, esposizione graduale in realtà virtuale (Virtual Reality Therapy) e supporto emotivo continuo, per affrontare le radici profonde della paura e non solo i sintomi superficiali. Superare la paura di volare non significa semplicemente "salire su un aereo", ma acquisire strumenti efficaci per gestire l'ansia, modificare le convinzioni disfunzionali e sviluppare un nuovo senso di controllo. Con SkyConfidence, ogni percorso è unico, proprio come le persone che lo intraprendono.
In sintesi
- La fobia del volo è un disturbo complesso che può causare un notevole disagio.
- Le soluzioni a tale problema devono essere personalizzate e non generiche.
- La comprensione dei processi che contribuiscono al suo mantenimento è fondamentale per lo sviluppo di interventi efficaci.
- SkyConfidence adotta un approccio basato sull'evidenze scientifiche, sulla pratica clinica ed è personalizzato in base alle esigenze di ogni persona.
Bibliografia
- Clark GI, Rock AJ. Processes Contributing to the Maintenance of Flying Phobia: A Narrative Review. Front Psychol. 2016 Jun 1;7:754.
- Nierenburg H, Jackfert K. Headache Attributed to Airplane Travel: A Review of Literature. Curr Pain Headache Rep. 2018 Jun 14;22(7):48.
Dott.Igor Graziato
Past Vice President
Ordine Psicologi Piemonte
Psicologo del lavoro e delle organizzazioni
Specialista in Psicoterapia
Virtual Reality Therapist
REB HP Register for Evidence-Based Hypnotherapy & Psychotherapy
AAvPA Member Australian Aviation Psychology Association
APA Member American Psychological Association
ABCT Member Association for Behavioral and Cognitive Therapies
Division 30 Society of Psychological Hypnosis (APA)
