L'aerofobia, o paura di volare, rappresenta una forma specifica di fobia caratterizzata da una forte ansia e stress in risposta alla prospettiva di un volo in aereo. Le attuali strategie terapeutiche, tra cui la terapia cognitivo-comportamentale (CBT), mirano a ridurre i sintomi attraverso l'esposizione graduale allo stimolo fobico. Una teoria emergente suggerisce che il cambiamento sincronizzato tra reattività soggettiva e fisiologica possa essere un indicatore chiave dell'efficacia del trattamento. Questo studio longitudinale, condotto da Bert Busscher, Philip Spinhoven ed Eco J.C. de Geus, ha esaminato questa ipotesi in un gruppo di 77 partecipanti affetti da aviofobia, con un follow-up di tre anni. L'obiettivo principale dello studio era indagare se il cambiamento sincronizzato tra reattività soggettiva (percezione dell'ansia) e reattività fisiologica (risposte corporee misurabili, come la frequenza cardiaca) aumentasse progressivamente attraverso esposizioni ripetute a situazioni di volo. Inoltre, si è valutato se l'entità di tale sincronizzazione potesse predire l'esito del trattamento sia a breve che a lungo termine. Lo studio ha coinvolto 77 partecipanti con diagnosi di aerofobia sottoposti a un trattamento basato sulla CBT. La reattività soggettiva e fisiologica è stata misurata in tre condizioni progressive:
I dati raccolti sono stati analizzati per determinare la relazione tra l'intensità dello stimolo fobico e il cambiamento sincronizzato nei due tipi di reattività.
Contrariamente alle ipotesi iniziali, i risultati non hanno mostrato una correlazione significativa tra l'intensità dello stimolo fobico e l'entità del cambiamento sincronizzato nella reattività soggettiva e fisiologica. Inoltre, la sincronizzazione tra i due sistemi di risposta non si è rivelata un predittore affidabile dell'esito del trattamento a breve o lungo termine. Alcune limitazioni metodologiche potrebbero aver influenzato i risultati:
I risultati dello studio forniscono un supporto limitato alla teoria secondo cui il cambiamento sincronizzato tra reattività soggettiva e fisiologica rappresenta un indicatore di successo terapeutico nei disturbi d'ansia. È probabile che la relazione tra questi sistemi sia influenzata da numerose variabili, inclusi processi cognitivi di ordine superiore. Queste evidenze suggeriscono che, sebbene il monitoraggio della reattività fisiologica possa essere utile, la valutazione dell'efficacia del trattamento per l'aerofobia dovrebbe basarsi su una combinazione di fattori, tra cui cambiamenti cognitivi e comportamentali. Studi futuri potrebbero beneficiare dell'inclusione di gruppi di controllo e della valutazione di variabili intervenienti nel lungo periodo per comprendere meglio i meccanismi sottostanti il successo terapeutico.
Bibliografia
Busscher B, Spinhoven P, de Geus EJC. Synchronous change in subjective and physiological reactivity during flight as an indicator of treatment outcome for aviophobia: A longitudinal study with 3-year follow-up. J Behav Ther Exp Psychiatry. 2020 Jun;67:101443. doi: 10.1016/j.jbtep.2018.12.004. Epub 2018 Dec 15. PMID: 30583795.
Dott.Igor Graziato
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